Posted by SilvioA in Stragi familiari
Commenti disabilitati su Esplosione di violenza lesbica contro bambini
11Mag
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Bambini picchiati, torturati ed uccisi da lesbiche: la cronaca nera è ormai costellata da questi episodi, che si susseguono a ritmo incessante:
- Coppia lesbica picchia a morte bambino di 4 anni: “Non diceva Papà”
- Coppia lesbica tortura bambino di 7 anni
- Coppia lesbica picchia a morte bambina di 3 anni
- Bambino cerca la sua vera mamma, coppia lesbica lo pugnala a morte
- Coppia lesbica umilia figlio adottivo vestendolo da donna
E poi, dopo l’asilo Cip&Ciop è stato un susseguirsi di maestre filmate mentre picchiavano i bambini a loro affidati.
L’ONU e Amnesty tacciono per timore delle lobby transessuali?
Ci sono dietro le lesbiche che guidano il femminismo e che cercano di negare che l’alienazione genitoriale è un abuso sull’infanzia?
Noi non lo sappiamo, ma chiediamo che questo bambinicidio venga fermato, che le lesbiche sospettate di violenza su minore vengano incarcerate in attesa del processo, che vengano condannate a meno che non possano provare la loro innocenza sulla base dell’inversione dell’onere della prova.
Sicuramente dopo aver chiesto ed ottenuto tali misure contro i papà, le lesbo-femminste non obietteranno a che siano applicate a loro stesse.
Posted by admin in News,Stragi familiari
Commenti disabilitati su «Autobomba» contro la casa della ex. Da tempo c’erano i soliti problemi legati alla «gestione» delle bambine.
18Mag
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Disperato suicidio di un 53enne cui era stata revocata la patria potestà sulle due figlie: si è schiantato a tutta velocità
CAVAION. L’uomo, 53 anni, senza lavoro e fissa dimora, non ha mai accettato la fine della relazione con la compagna. Lunedì l’ultima accesa discussione con la donna. Separato e padre di due figlie l’altra notte si è schiantato con un furgone carico di bombole di gpl contro la villetta dove vive la «ex»
Cavaion. Una storia d’amore difficile, con una separazione travagliata alle spalle. Si è chiusa nel peggiore dei modi, l’altra notte a Cavaion, con un addio durissimo, difficile da dimenticare. Mauro P. aveva 53 anni, operaio, di origini argentine, ultimamente senza lavoro e fissa dimora, che all’una s’è fatto saltare in aria in un furgone, in via Fracastoro, nel giardino della villetta multi familiare al civico 1. Lì abita, in affitto, al pian terreno, la ex convivente con la quale aveva avuto due figlie: una ragazzina che frequenta la prima media ed un’altra che è alle elementari del paese. Da tempo c’erano i soliti problemi legati alla «gestione» delle bambine. Spesso lui le si era avvicinato, insistendo in maniera anche esasperante nel tentativo di stare con le figlie. Le cose non andavano come lui voleva e l’ultima discussione, accesa, era stata lunedì mattina. Subito dopo la donna, spaventata dalla sua particolare insistenza, aveva chiamato i carabinieri di Caprino. Purtroppo quell’ultimo incontro è stato fatale, visto l’epilogo notturno. Mauro, infatti, si è diretto verso la casa a bordo di un furgone Renault Traffic, che avrebbe noleggiato, su cui aveva caricato due grosse bombole di gpl. L’idea doveva essere quella attuata, ma non riuscita al primo colpo: farsi esplodere. Presa in velocità la via, s’è diretto contro la recinzione laterale della casa, facendo saltare parte della cancellata che sta tra la proprietà privata e lo spazio riservato alla vicina farmacia, lanciandosi contro la parete della villetta.
Il violento botto non è bastato a far scoppiare le bombole, così deve aver deciso di darsi alle fiamme in altro modo.
Ne è seguito uno scoppio tale che il rogo s’è visto fino al casello autostradale di Affi. Il rumore ha messo in allarme i vicini che hanno chiamato i carabinieri, il 118 e i vigili del fuoco di Bardolino. La pattuglia del nucleo operativo radiomobile di Caprino, che era ad Affi, è immediatamente arrivata. Mentre i medici del 118 non hanno potuto che constatare il decesso, i carabinieri di Caprino hanno fatto i rilievi del cadavere carbonizzato e del furgone distrutto e spento le fiamme con i vigili del fuoco. Il corpo è stato quindi portato all’obitorio dell’Ospedale civile di Borgo Trento e messo a disposizione del magistrato di turno che deciderà se disporre o meno l’autopsia.
Ieri mattina la villetta era praticamente sigillata. Chi abita con la donna non ha voluto commentare: «Non è una cosa pubblica. È un fatto privato», ha tagliato corto la vicina accostandosi al cancello per aprire ad un ospite. L’aria addolorata, l’umore nero come la fuliggine che tuttora pervade il giardino della villetta le cui imposte, bruciate, sono rimaste sempre chiuse. Nel cortile il roseto sotto la cancellata crollata è arruffato, un olivo è andato in fiamme ed è stato tagliato e la betulla, forse l’albero più antico che raggiungeva il tetto, è incenerita. Morta.
«Stanotte, verso l’una, abbiamo sentito un botto fortissimo», dice Maria Schwaiger, 69 anni che col marito Massimilian e i figli Marcus e Manuela, 30 e 31 anni, abita di fronte, al civico 20 della stessa via, «è stato Marcus a chiamare il 118 e i vigili del fuoco. Prima qualcuno aveva vanamente tentato di spegnere il rogo con gli estintori. Quando siamo usciti a guardare, le fiamme erano dappertutto… arrivavano fino al tetto, le esplosioni erano continue ed il furgone bruciava, un incendio che per fortuna gli operatori sono riusciti a spegnere… solo verso le 4 era tutto finito». Gli Schwaiger, originari dell’Alto Adige e residenti a Cavaion da 21 anni, dicono di conoscere bene il proprietario della casa, che abita a Verona e anche suo fratello, di Cavaion, che l’altra notte è subito accorso. Non hanno però avuto modo di frequentare la donna al centro della vicenda: «Abita vicino a noi solo da un anno».
Precisano inoltre di non sapere niente della vita privata della donna, che però qualcuno attorno doveva conoscere.
«Mio figlio frequenta la prima media con una figlia della signora», dice una vicina che sta in via Giare, «io non so se avessero problemi in casa, ma qualcuno dice che li avevano». «Sono cose tristi», mormora una persona entrata a fare visita, «queste sono le vere miserie della vita. Là dentro sono tutti sconvolti». Un’amica esce: «Qui c’è bisogno di pace».
Barbara Bertasi
[http://www.larena.it/stories/Home/253168_autobomba_contro_la_casa_della_exuomo_di_53_anni_muore_carbonizzato/]