Bergamo: mamma accoltella figlia di 4 anni

13Gen
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Si è scagliata con un coltello contro la figlioletta di quattro mesi, ma per fortuna la ferita al collo non è risultata letale per la piccola, che non è in pericolo di vita. La madre, una donna di origine sudamericana e residente a Bergamo, è stata tratta in arresto dai carabinieri della locale compagnia con l’accusa di tentato omicidio. L’episodio si è verificato oggi nell’abitazione della donna, al culmine di una violenta lite con il marito. La sudamericana, trentenne, in preda a un raptus ha afferrato il coltello e inferto il fendente al collo della bimba. Il marito l’ha immobilizzata e ha dato l’allarme. La piccola è stata portata all’ospedale Papa Giovanni con un’ambulanza del 118. All’abitazione sono subito arrivati i carabinieri, che hanno arrestato la donna, in stato confusionale.

http://www.leggo.it/news/cronaca/bergamo_mamma_accoltella_la_figlia_di_4_mesi_dopo_una_lite_con_il_marito/notizie/209769.shtml

Negazionismo dell’alienazione genitoriale: follia o crimine consapevole?

5Dic
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DICIANNOVESIMO SECOLO.  Il  medico ungherese Ignaz Phillipp Semmelweiss (noto come il salvatore delle madri) finì per essere ricoverato in manicomio, dove morì nel 1865 (a causa delle percosse subite nell’istituto) perché non smise mai di sostenere che i medici dovevano disinfettarsi le mani prima di visitare le partorienti. Nonostante il fatto che, negli ospedali in cui Semmelweis applicò la sua teoria, in aperta polemica con la furibonda ostilità della classe medica di tutta Europa, la mortalità delle puerpere si riduceva puntualmente quasi a zero, le abitudini consolidate, i pregiudizi, l’indifferenza e la paura di perdita di prestigio da parte della classe medica ebbero la meglio e condussero la comunità scientifica a rigettare il suo trattato Etiologia, concetto e profilassi della febbre puerperale.

VENTESIMO SECOLO.   Il medico americano Richard Alan Gardner (noto come il salvatore dei bambini) cercò di proteggere i bambini coinvolti in separazioni conflittuali, combattute a colpi di calunnie nelle quali venivano usati bambini, che subivano orribili plagi.   Egli osservò che allontanando i bambini da chi li alienava, l’alienazione dei bambini si riduceva quasi a zero.  Eppure, ci sono dei soggetti che tentano di negare che i bambini possono essere plagiati fino a far loro rifiutare un genitore.  Che tentano di negare che alienare un bambino è un abuso sull’infanzia grave quanto la pedofilia.  I negazionisti tentano con appoggi politici di far rigettare le osservazioni di Gardner, ma nei Tribunali il negazionismo dell’alienazione genitoriale è considerato una barzelletta e serve solo a far capire ai Giudici la gravità di tale abuso.

Perché tanta cecità di fronte all’evidenza?

Perché certe persone si accaniscono a negare l’evidenza, anche a costo di causare abusi sui bambini?

Il prof. Gardner osservò che i personaggi dediti a devastare bambini sostenendo false accuse di pedofilia sono in realtà loro stessi dei pedofili repressi:

“Le persone che manifestano una forte tendenza pedofila, hanno maggiori probabilità di aver bisogno frequentemente di queste immagini visive, e pertanto è più probabile che siano disposte a partecipare alle false denunce di abuso sessuale

Psicologicamente, questi individui lottano per reprimere i loro stessi inaccettabili impulsi pedofili che premono continuamente per essere realizzati. Durante le arringhe contro i ‘pervertiti’ che sono l’oggetto del loro disprezzo, essi spesso accrescono il loro livello di eccitazione che può facilmente essere riconosciuto come sessuale”  (fonte)

Il negazionismo dell’alienazione genitoriale spesso nasce quando questi pedofili repressi, operando come avvocati, psicologi, ginecologi, incontrano donne separate disposte a tentare false accuse di pedofilia pur di possedere ed alienare figli.  Attaccando Gardner tali soggetti difendono le clienti che li pagano ma anche loro stessi, che si dipingono come difensori di bambini per coprire le proprie reali tendenze.

Il fascismo femminista

21Mag
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Quando il 23 marzo 1919 Mussolini fondò i fasci, ottenne i consensi delle femministe dell’epoca, chiamate suffragette, mettendo nel programma il “voto alle donne”.

Alla fine non ci fu bisogno di questa riforma, visto che venne sospesa la democrazia.

In compenso, Mussolini introdusse l’unica cosa buona del femminismo: la minigonna, come mostrato da questo filmato d’epoca dell’istituto Luce

Le riforme del fascismo furono apprezzate da Gandhi, qui nella foto con alcuni gerarchi fascisti,  Balilla, Avanguardisti e Fasci giovanili di combattimento nel corso di una visita a Roma il 12 dicembre 1931.

 

A volte la storia è diverse da come viene raccontata…

La casa dei papà separati che hanno «adottato» i bambini di strada

23Apr
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Chi ha la fortuna di vederla, dopo una rapida premessa e un’identica conclusione («Non stiamo esagerando, è così davvero») parla di una «piccola magia che si ripete giorno dopo giorno». E che si ripete, vada aggiunto, da un bel pezzo. Il luogo è via Calvino e il palazzo è quello della Fondazione Fratelli di San Francesco, così tanto osteggiato dai residenti che forse si aspettavano un’invasione di alieni armati anziché di bande di inermi poveracci. All’interno del palazzo ci sono due piani occupati da un ostello e altrettanti piani – accessibili attraverso un altro ingresso, casomai qualche ospite ne abbia a male – dedicati agli emarginati.

Fra questi, una quarantina di bambini e ragazzini di strada, e una cinquantina di senzatetto, con prevalenza di papà separati. Bambini, ragazzini e adulti sono diventati un’unica famiglia. Stanno insieme, insieme giocano. Gli uni aiutano gli altri a fare i compiti, a imparare l’italiano, a conoscere pian piano Milano. Dirà qualcuno: è una convivenza forzata, figlia della disperazione e di storie d’emergenza. Sarà. Va benissimo così. Alla Fondazione, sotto la guida di padre Clemente, sono abituati a badare alla concretezza, senza andare troppo per il sottile. I sofismi li facciano gli altri. I minorenni per la metà sono egiziani cristiani copti: ce ne sono parecchi, qua in città, venuti via dall’Egitto dove sono discriminati. Poi ci sono albanesi, marocchini, afghani. In un primo momento stavano tutti nel dormitorio di via Saponaro, uno dei più affollati centri d’accoglienza milanesi. Un posto duro, molto duro. Non che i ragazzini di strada siano abituati alla bambagia, ma padre Clemente ha ritenuto ugualmente opportuno individuare una casa loro dedicata.


E allora eccoci in via Calvino, in questa palazzina
 di quattro piani a proposito della quale, a onor del vero, a più riprese – anche con interrogazioni in consiglio comunale – gli abitanti hanno chiesto notizie chiare e certe. Per un lungo periodo, sostengono, sono stati tenuti all’oscuro. Tutto risolto. E padre Clemente tiene a sottolinearlo: «Noi non nascondiamo niente e nessuno. Non è una nostra abitudine, e credo che la città lo sappia. L’edificio lo paghiamo con un oneroso mutuo, l’ostello è gestito da una cooperativa che ci garantisce un’attività di ricezione seria e scrupolosa, mentre i due restanti piani sono direttamente governati da noi. Operatori, mediatori, educatori e volontari. Non abbiamo naturalmente le soluzioni per i problemi del mondo e per i drammi individuali. Una cosa sola noi dobbiamo fare: aiutare e offrire una speranza. Quando vediamo i papà trattare i ragazzini come fossero figli loro, be’, siamo contenti».

Fonte: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_aprile_22/casa-padri-separati-adottato-bambini-strada-2004176422860.shtml

Madre si suicida uccidendo la figlia di 3 anni

20Feb
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Una persona su 10, uomini e donne in egual misura, ha problemi psichici.

Affidando i bambini al genitore sano, solo 1 bambino su 100 verrebbe coinvolto.

Affidando i bambini in base al sesso, sempre e solo alla madre, 1 bambino su 10 viene coinvolto.

E così, i bambini subiscono abusi evitabili come la PAS, o vengono coinvolti in suicidi.

“Sono mesi che dico che la bambina doveva venire a stare con me – ha spiegato il papà – non sono un tossico, non ho mai avuto precedenti penali, ho sempre lavorato e ho sempre vissuto con quello che sono riuscito a guadagnare onestamente”.

Papà separato allontanato dal figlio usando l’accusa di “stalking”

9Gen
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La Polizia di Ravenna ha ricevuto nel pomeriggio di ieri la richiesta di una donna che riferiva che l’ex marito si era presentato nella sua abitazione, pretendendo di portare via con sé il figlioletto pur non avendone titolo. Nonostante i suoi ripetuti dinieghi, l’uomo non ne voleva sapere di andarsene.

La “Volante” ha rintracciato ancora nell’abitazione della donna l’ex marito che, alla presenza degli agenti, ha continuato a pretendere di voler portare via il figlioletto.

L’uomo è stato subito accompagnato in Questura. Dagli accertamenti è risultato che il 31enne era già stato denunciato in passato dalla moglie per il reato di stalking e colpito da “avviso orale” del Questore di Ravenna a tenere un comportamento rispettoso della legge. Era stata adottata dal Tribunale di Ravenna nel settembre scorso la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla ex consorte.

L’uomo è stato arrestato e tradotto nella Casa Circondariale di Ravenna a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Stupisce che una tale misura sia stata adottata contro un papà che voleva vedere suo figlio, nonostante i precedenti per maltrattamenti sulla base delle accuse della moglie, quando secondo le statistiche fornite dalla PM Carmen Pugliese “Solo in due casi su 10 si tratta di maltrattamenti veri. Il resto sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione”.

Mentre nel caso analogo di una madre che voleva vedere suo figlio, nonostante i precedenti per l’omicidio dell’ex marito (la signora se la è cavata con 10 anni) e la denuncia del figlio, il TAR ha invece sentenziato che il provvedimento previsto dalla legge sullo stalking non può essere utilizzato come “strumento per ingerirsi in situazioni di pura conflittualità familiare”.

Potrebbe venire il dubbio che la legge sullo stalking serva come arma per le donne separate che vogliono appropriarsi dei figli, e venga quindi applicata in maniera sessista.

Fonti:

  • http://www.centriantiviolenza.it/the_truth_archives/violenza-di-genere-in-italia-la-parola-a-magistrati-avvocati-psicologi-legali/
  • http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/05/17/news/denuncia_la_mamma_per_stalking_il_tar_in_famiglia_non_persecuzione-16380540/
  • http://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/2011/10/31/610978-casa_dell_moglie.shtml
  • http://www.ravenna24ore.it/news/ravenna/0020962-ravenna-31enne-arrestato-stalking

 

Alemanno, un sindaco contro la violenza

8Gen
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I problemi della violenze sessuali sono nati “quando il radical-progressimo ha imposto la logica materialista ed edonista della nostra societa’ stradicando i valori tradizionali”. Cosi’ il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in occasione della prima conferenza nazionale ‘Fattore D su lavoro ed occupazione femminile’ organizzata dalle donne del Pdl. “Se c’e’ un problema di violenze sessuali nel nostro Paese- ha chiarito il primo cittadino della Capitale- questo dipende dalla cultura edonista e consumista che ha presentato la realta’ di sesso e amore come una merce da consumare. E noi che crediamo nei valori della famiglia e nel rispetto della persona umana dobbiamo contestare questa cultura nata quando si sono stradicati i valori tradizionali della nostra societa’”.

Non può pagare il ricco mantenimento alla moglie: 14 anni di galera

2Nov
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Nel 1995 l’avvocato Beatty Chadwik non pagò 2.5 milioni di dollari di mantenimento alla moglie, dicendo di essere diventato povero per un investimento andato male.

Venne incarcerato sulla base della sola parola della donna, secondo la quale avrebbe invece nascosto i soldi. Se li avesse rubati, sarebbe uscito presto.

Invece, senza mai aver ricevuto nessuna condanna penale, mentre il figlio cercava di salvare suo papà, è stato in via preventiva tenuto incarcerato per 14 anni, record americano.  La donna avrebbe potuto in qualunque momento rinunciare all’incarcerazione dell’ex-marito.   Invece, pur di avere i 2.5 milioni di dollari appartenenti all’ex marito che le spettavano in base alle leggi femministe sul divorzio, lo ha fatto tenere in carcere a vita.

Solo all’età di 73 anni, sofferente di un linfoma, Beatty è stato finalmente liberato, ed oggi vive con la pensione sociale.  Probabilmente non vivrà abbastanza a lungo da vedere i processi di Norimberga al nazi-femminismo

Fonti:

  • http://en.wikipedia.org/wiki/H._Beatty_Chadwick
  • http://freebeattychadwick.blogspot.com/

Femminismo, emergenza sociale

28Ott
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«Scrivo questa mia solo per far presente una realtà che viene troppo trascurata. Forse vuole essere uno sfogo, un grido al vento poiché a nessuno interessa . Da quando mi sono separato ho scoperto che, sebbene sia cittadino italiano, non ho alcun diritto. Il mio stipendio se ne va interamente per il mantenimento dell’ ex moglie , della figlia, del mutuo, delle bollette e spese della casa che ho dovuto lasciare, naturalmente per sentenza del tribunale .

La mia fortuna è che la mia occupazione è fuori regione e le spese di vitto ed alloggio sono a carico dell’azienda per la quale lavoro. Altrimenti dovrei dormire nella macchina dell’azienda visto che , mi è stata portata via anche l’autovettura personale oppure per strada. A tal proposito per potermi fare una nuova residenza, come senza fissa dimora, ho bussato a tutte le porte, ma nessuno mi ha ne dato un consiglio ne un aiuto.

Da solo ho scoperto che, per legge, se non si ha una dimora si deve richiedere la residenza presso il proprio comune di nascita. Mi sono recato all’ufficio anagrafe del mio comune di nascita, naturalmente spiazzando il personale poiché non sapeva come comportarsi, mi hanno richiesto comunque un domicilio dove recapitare la posta. A quel punto spiazzato dal fatto che non ho nessuno , sono orfano per scelta di altri, non sapevo a chi chiedere un posto in una casella postale.

Da solo ho scoperto comunque che la cassazione ritiene che la casella postale delle Poste Italiane , per vocazione della stessa , una domiciliazione della posta valida , ma questa soluzione non piaceva al comune di nascita. Disperato mi sono rivolto anche alla parrocchia ma anche lì ho ricevuto un rifiuto. Come mi è stato rifiutato un aiuto dalla parrocchia dove vivevo, quando per tre mesi ho avuto lo stipendio dimezzato e non pagando nessuna bolletta si arrivava a malapena fine mese con il mangiare. Per fortuna ho trovato chi mi ha concesso la possibilità di una “buca delle lettere ” e sono riuscito ad avere una nuova residenza, naturalmente come ” senza fissa dimora “. L’assurdo è che adesso dalla ISEE risulta che ho un reddito maggiore di quando ero sposato e non posso permettermi niente senza chiedere la carità.

Ho bisogno di cure ma non posso permettermele perchè non posso avere l’esenzione dal ticket. Al sindaco di dove abitavo in precedenza avevo chiesto se c’era qualche possibilità di essere aiutato ma la risposta è stata “se viene qui con la valigia l’unica cosa che posso dirle è di andare a dormire sotto i ponti”. Sindaco che mi ha fatto la morale perché non potevo pagare le bollette poiché non ne avevo la possibilità mentre lui può svolgere la sua attività privata ancora in carica poiché non è mai stata varata una legge sul conflitto d’interesse (ha uno studio di progettazione e direzione lavori nello cumune dove espleta l’incarico). A quel punto gli ho chiesto perché dovrei continuare a lavorare per mantenere con le mie tasse lui e tutta quella massa di persone che riceve aiuti senza aver fatto nulla per averne diritto.

Alla fine mi ritrovo senza alcun diritto od aiuto ( orse perché non sono straniero) senza nulla e completamente solo, cioè lavoro solo per mantenere gli altri senza avere la possibilità di avere una vita dignitosa e nemmeno un posto dove ospitare mia figlia quando dovrebbe stare con me .

Sono questi i diritti degli italiani ?»

[Luca, Fonte]

 

L’America contro terrorismo e femminismo

5Set
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Dal discorso di Janice Crouse al Congesso Mondiale sulla Famiglia:

«I terroristi cercano di distruggere la civiltà occidentale – i nostri palazzi, treni, aerei.  Soprattutto, cercano di distruggere la nostra economia e la nostra Costituzione, che è fatta di leggi sulla libertà dell’individuo. Cosa vogliono al suo posto? Regimi oppressivi.

Le femministe cercano di distruggere i confini della morale, perché esse credono che la famiglia tradizionale sia opprimente e restrittiva delle loro libertà.

Quello che non capiscono è che la famiglia tradizionale è dove i bambini  imparano non solo i vincoli di affetto, ma anche che esistono doveri e obblighi reciproci.  Le femministe non riescono a capire anche il ruolo centrale che la famiglia tradizionale svolge nel crescere i bambini – perché è il luogo migliore e più sicuro per i bambini di essere nati ed allevati.

Sulla scia di una libertà senza confini che le femministe hanno preteso, ci è arrivata una cultura di morte e distruzione.

Stiamo ricostruendo le torri, dobbiamo ricostruire la famiglia.

Quarant’anni fa, Krusciov venne alle Nazioni Unite, e batteva la sua scarpa sul il tavolo e disse: “Vi seppelliremo”. E invece i comunisti sono oggi sepolti e dimenticati.

La dittatura femminista non può raggiungere i suoi scopi attraverso mezzi democratici per cui tentano di imporre le loro idee per via giudiziaria.

Non possiamo permettere loro di prevalere.

In alcuni momenti della storia, si arriva alla resa dei conti. Ci sono momenti in cui le persone sono chiamate a prendere decisioni epocali che hanno ripercussioni enormi – non solo su loro stessi, sulle loro famiglie e comunità, ma sulla loro società e sulla civiltà che passeranno alle generazioni future.

Questo è il nostro momento della resa dei conti. Questi sono i nostri problemi. Siamo chiamati a prendere decisioni epocali che hanno ripercussioni in tutto il mondo. Saremo all’altezza della sfida?

James Garfield disse: “Una nazione non è degna di essere salvata se, nell’ora del suo destino, non sa raccogliere tutti i suoi gioielli di virilità e di vita, e scendere nel campo di battaglia.  Per quanto sanguinosa e incerta, l’esito sarà una smisurata rovina o il completo successo.”  »

 

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