Ennesima cantonata: nega la PAS ma non sa neppure cos’è

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Il caso di Padova ha dato un’occasione ghiotta per chi in cerca di notorietà non sa resistere alla tentazione di apparire sui media per lanciare l’allarme sul pericolo rappresentato dall’alienazione genitoriale. E’ il caso dell’intervento di un dottoressa specialista in neonatologia che nel maggio 2012 ha scritto una lettera alla “Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri”. Per fare pubblicità a questa autoproclamatisi specialista di PAS la lettera è stata pubblicata nel novembre 2012 assieme ad una lunga intervista.

Il tono dell’intervista lascia poco spazio ai dubbi. Ecco come viene presentata la Sindrome di Alienazione Genitoriale:

Quali sono i rischi di questo uso inappropriato della diagnosi PAS?
La completa alterazione del corso della Giustizia, con gravissime ripercussioni soprattutto sul tremendo capitolo della violenza intrafamiliare, che spesso continua e si perpetua dopo il divorzio proprio attraverso questi meccanismi. Ma si rischia anche di scatenare davvero dei gravi conflitti all’interno del nucleo familiare, anziché percorrere la strada del ragionamento e della ricerca della verità, che è quella che fa meglio al bambino e a tutti i componenti della famiglia, di conseguenza alla società.
Il rischio è di negare al bambino il diritto ad essere ascoltato, a prediligere una figura genitoriale di cui, in quel momento, invece, ha bisogno e desiderio di avere accanto, anche se non sempre lo rivelerà perché spaventato e imbavagliato da quello che avvocati, sentenze e consulenti vogliono imporgli con la forza, alterando per sempre anche il recupero del rapporto con l’altro genitore.

Ma questa neonatologa negazionista della PAS ha mai letto qualcosa della bibliografia internazionale sul tema dell’alienazione genitoriale? Sembrerebbe di no, perchè ammette candidamente di essere convinta che si tratti di una malattia che viene diagnosticata alle madri. Mentre come tutti sanno l’alienazione genitoriale è un problema relazionale e a subire il danno di questo problema sono i figli, che mostrano un rifiuto ingiustificato per un genitore (talvolta è il padre, talvolta è la madre) . Facendo un paragone, è come se un otorino dicesse che l’otite è una malattia dei polmoni invece che dell’orecchio.

Ecco il punto dell’intervista dove risulta evidente l’equivoco in cui cade la dottoressa:

Nella sua esperienza, come si è scontrata con questa criticità?
Nell’ambito del mio lavoro, ho incontrato due madri a cui era stata diagnosticata la Sindrome PAS. Una diagnosi che io non potevo sostenere e, soprattutto, non avevo mai neanche sentito dire, che non esiste su nessuno dei nostri libri. La mia battaglia non è solo sociale, ma anche professionale, perché non posso accettare di sentire parlare senza alcun riferimento scientifico o dato epidemiologico di quadri patologici a prognosi infausta di cui sarebbero affetti il 30% dei bambini italiani e quindi delle loro madri.

Si tratta forse di un fraintendimento dell’intervista? No perchè c’è la lettera alla Federazione nazionale degli ordini dei medici in cui viene ripetuta la stessa affermazione. Ecco il passo della lettera dove la neonatologa afferma che la PAS affliggerebbe le donne.

La sua terapia, infatti, così come proposta dal suo scopritore, per altro un attivista della pedofilia, prevede nei casi cosiddetti “gravi” l’allontanamento del bambino dalla mamma (nella stragrande maggioranza dei casi la PAS affligge le donne), a volte con periodi di “istituzionalizzazione” prima di passare sotto la custodia del padre. E’ evidente come la PAS stessa sia un esempio di violenza di genere e di violenza contro i bambini.

Cosa faranno adesso i 64 specialisti che hanno sottoscritto il documento sull’alienazione genitoriale? Correranno a scusarsi e chiedere perdono dopo essere stati illuminati dalla “vera scienza” neonatologica? Ne dubitiamo. La sola lettura di questi interventi così privi di serietà è sufficiente a far capire da che parte sta la verità E’ ciò che avviene ormai in molti tribunali, dove per ammissione degli stessi negazionisti la PAS ha un crescente riconoscimento. Ecco come descrive la situazione la nostra neonatologa nella sua lettera:

Nonostante questo la sua diagnosi è divenuta di dominio pubblico, continuamente
effettuata da psicologi, assistenti sociali, magistrati, avvocati e da qualche neuropsichiatra. Al
momento è “endemica” nei Tribunali, dove spunta fuori, presto o tardi nelle più devastanti cause di
separazione, bloccando le madri con la minaccia di togliere i figli.

Che dire? Sembra che tutto questo lanciare allarmi sulla PAS abbia ottenuto l’effetto contrario a quello sperato.